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  • Chiave: Guerra mondiale 1939-1945 in Unione Sovietica
Elementi trovati: 22
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Copertina  La battaglia di Stalingrado
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caruso, alfio
La battaglia di Stalingrado / di Alfio Caruso
Milano : Longanesi, c2012
Abstract/Sommario: Stalingrado (l'odierna Volgograd) fu teatro della più lunga e sanguinosa battaglia della seconda guerra mondiale, uno scontro che durò dall'estate del 1942 all'inverno del 1943. Il 22 novembre, per quasi trecentomila uomini della Wehrmacht e dei suoi alleati, chiusi in una sacca dalle armate sovietiche, iniziò un tragico conto alla rovescia. Il freddo, la fame, la sete, le malattie uccisero più tedeschi degli attacchi russi. La città divenne un incubo, un cumulo di macerie, un inferno: ...; [Leggi tutto...] Stalingrado (l'odierna Volgograd) fu teatro della più lunga e sanguinosa battaglia della seconda guerra mondiale, uno scontro che durò dall'estate del 1942 all'inverno del 1943. Il 22 novembre, per quasi trecentomila uomini della Wehrmacht e dei suoi alleati, chiusi in una sacca dalle armate sovietiche, iniziò un tragico conto alla rovescia. Il freddo, la fame, la sete, le malattie uccisero più tedeschi degli attacchi russi. La città divenne un incubo, un cumulo di macerie, un inferno: ogni ferita era a rischio d'infezione, la sopravvivenza una sfida quotidiana. Il 2 febbraio del 1943, contravvenendo all'ordine del Fuhrer di resistere a ogni costo, si arresero in centoventimila: di questi solo seimila tornarono a casa dopo una lunga detenzione, durata per alcuni tredici anni. Dopo oltre cinque mesi di battaglie, il mattatoio contava più di un milione e mezzo tra morti e feriti, dall'una e l'altra parte.
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    Copertina  Diari di guerra delle SS
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    fruttero, carlo
    Diari di guerra delle SS / a cura di Carlo Fruttero e Franco Lucentini ; traduzione di Fernando Solinas
    Milano : Mondadori, 1969
    Abstract/Sommario: I giornali e i rapporti compresi in questo libro e recuperati alcuni anni fa nel Černé jezero (Lago Nero) in territorio cecoslovacco, furono compilati, durante l'ultimo conflitto, dalle unità pseudo-combattenti dello Stabskommando personale del Reichsführer Heinrich Himmler. Compito di tali unità, operanti tra le fitte foreste e le immense paludi nelle retrovie del fronte russo, era di procedere alla "pacificazione" di quei territori mediante la sperimentazione di sistemi che avrebbero ...; [Leggi tutto...] I giornali e i rapporti compresi in questo libro e recuperati alcuni anni fa nel Černé jezero (Lago Nero) in territorio cecoslovacco, furono compilati, durante l'ultimo conflitto, dalle unità pseudo-combattenti dello Stabskommando personale del Reichsführer Heinrich Himmler. Compito di tali unità, operanti tra le fitte foreste e le immense paludi nelle retrovie del fronte russo, era di procedere alla "pacificazione" di quei territori mediante la sperimentazione di sistemi che avrebbero dovuto servire "per il futuro addestramento e la futura guida delle truppe". Dell'operazione - che costò la vita ad alcune migliaia di persone "trattate secondo l'uso di guerra" o "giustiziate" o "sottoposte a trattamento speciale" - fu redatta una cronaca scrupolosa: questi diari segreti, appunto, che nelle loro impassibile, efferata immediatezza, costituiscono uno dei documenti più agghiaccianti della Seconda Guerra mondiale.
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      Copertina  Diario proibito
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      berggol'c, ol'ga fedorovna
      Diario proibito : la verità nascosta sull'assedio di Leningrado / Ol'ga Berggol'c ; traduzione e cura di Nadia Cicognini
      Venezia : Marsilio, 2013
      Abstract/Sommario: Nel 1938 Ol'ga Berggol'c viene arrestata, con l'accusa di aver cospirato contro Zdanov, e, dopo un anno di detenzione, rimessa in libertà. Come ad altri esponenti dell'intelligencija del tempo, emarginati in quanto potenziali "nemici del popolo" e poi reintegrati nell'establishment sovietico, anche alla Berggol'c viene data di nuovo l'opportunità di partecipare attivamente alla vita culturale del paese. Dai microfoni di Radio Leningrado, nei giorni dell'assedio, con i suoi interventi r ...; [Leggi tutto...] Nel 1938 Ol'ga Berggol'c viene arrestata, con l'accusa di aver cospirato contro Zdanov, e, dopo un anno di detenzione, rimessa in libertà. Come ad altri esponenti dell'intelligencija del tempo, emarginati in quanto potenziali "nemici del popolo" e poi reintegrati nell'establishment sovietico, anche alla Berggol'c viene data di nuovo l'opportunità di partecipare attivamente alla vita culturale del paese. Dai microfoni di Radio Leningrado, nei giorni dell'assedio, con i suoi interventi radiofonici incoraggia i leningradesi a resistere in nome dell'imminente vittoria divenendo progressivamente l'emblema della stoica e grandiosa resistenza, mentre la propaganda ne strumentalizza l'immagine celebrandola in tutta la sua retorica. Ma, testimone tragica e insieme ambivalente del suo tempo, la Berggol'c nei giorni dell'assedio registra con assoluta lucidità, minuziosamente, nelle pagine del suo diario segreto, nascosto in un cortile di Leningrado, l'angosciosa quotidianità della città con i suoi lutti, le privazioni, interrogandosi sulle laceranti contraddizioni che attraversano la società sovietica. Alternando annotazioni di carattere privato, personale, a riflessioni sulle condizioni del popolo russo e sul tragico vissuto staliniano, comporrà a poco a poco il quadro autentico di una realtà spesso deformata dalla propaganda e negata dal regime.
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        Copertina  La guerra non ha un volto di donna
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        aleksievic, svetlana aleksandrovna
        La guerra non ha un volto di donna : l'epopea delle donne sovietiche nella seconda guerra mondiale / Svetlana Aleksievic ; traduzione di Sergio Rapetti
        Milano : Bompiani, 2015
        Abstract/Sommario: Se la guerra la raccontano le donne, quando prima l'hanno raccontata solo gli uomini... se a farla raccontare è Svetlana Aleksievic... se le sue interlocutrici avevano in gran parte diciotto o diciannove anni quando, perlopiù volontarie, sono accorse al fronte per difendere la patria e gli ideali della loro giovinezza contro uno spietato aggressore... allora nasce un libro come questo. 22 giugno 1941: l'uragano di ferro e fuoco che Hitler ha scatenato verso Oriente comporta per l'urss ...; [Leggi tutto...] Se la guerra la raccontano le donne, quando prima l'hanno raccontata solo gli uomini... se a farla raccontare è Svetlana Aleksievic... se le sue interlocutrici avevano in gran parte diciotto o diciannove anni quando, perlopiù volontarie, sono accorse al fronte per difendere la patria e gli ideali della loro giovinezza contro uno spietato aggressore... allora nasce un libro come questo. 22 giugno 1941: l'uragano di ferro e fuoco che Hitler ha scatenato verso Oriente comporta per l'urss la perdita di milioni di uomini e di vasti territori e il nemico arriva presto alle porte di Mosca. Centinaia di migliaia di donne e ragazze, anche molto giovani, vanno a integrare i vuoti di effettivi e alla fine saranno un milione: infermiere, radiotelegrafiste, cuciniere e lavandaie, ma anche soldati di fanteria, addette alla contraerea e carriste, genieri sminatori, aviatrici, tiratrici scelte. La guerra "al femminile" - dice la scrittrice - "ha i propri colori, odori, una sua interpretazione dei fatti ed estensione dei sentimenti e anche parole sue". Lei si è dedicata a raccogliere queste parole, a far rivivere questi fatti e sentimenti, nel corso di alcuni anni, in centinaia di conversazioni e interviste. Cercava l'incontro sincero che si instaura tra amiche e quasi sempre l'ha trovato: le ex combattenti e ausiliarie al fronte avevano serbato troppo a lungo, in silenzio, il segreto di quella guerra che le aveva per sempre segnate. E a mano a mano che raccoglie le loro confidenze e rimorsi e afflizioni Svetlana Aleksievic si convince di una cosa: la guerra "femminile" è nella percezione delle donne anche più carica di sofferenza di quella "maschile". Per colei che dona la vita dispensare la morte non può mai essere facile; e se, come ovvio, celebra con i commilitoni la Vittoria e la fine dell'incubo bellico, nella sua memoria restano incise, più sensibilmente delle eroiche imprese, vicende che parlano di abnegazione, compassione e amore negato.
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          Copertina  L'icona di Gruschewo
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          Ravasio, Giuseppe
          L'icona di Gruschewo : diario di Giannino Favè sul fronte russo : (1942-1943) / Giuseppe Ravasio
          Milano : Mursia, c1998
          Abstract/Sommario: Questo libro-diario narra le vicende di un artigliere-radiotelegrafista, Giannino Favè, che combatté sul fronte russo dal giugno 1942 all'aprile del 1943. Il protagonista (scomparso nel 1995), partì il 21 giugno 1942 alla volta del fronte russo, arruolato nel Reparto Specialisti aggregato al II Reggimento di artiglieria di stanza ad Acqui Terme e riuscì a rientrare in Italia nel maggio del 1943. Con sé portò una preziosa reliquia: un'icona raffigurante la Madonna col Bambino, rinvenuta ...; [Leggi tutto...] Questo libro-diario narra le vicende di un artigliere-radiotelegrafista, Giannino Favè, che combatté sul fronte russo dal giugno 1942 all'aprile del 1943. Il protagonista (scomparso nel 1995), partì il 21 giugno 1942 alla volta del fronte russo, arruolato nel Reparto Specialisti aggregato al II Reggimento di artiglieria di stanza ad Acqui Terme e riuscì a rientrare in Italia nel maggio del 1943. Con sé portò una preziosa reliquia: un'icona raffigurante la Madonna col Bambino, rinvenuta in una delle isbe di Gruschewo, distrutta dai bombardamenti tedeschi. [www.biblioteche.leggeresrl.it]
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            Copertina  Invasori, non vittime
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            Schlemmer, Thomas
            Invasori, non vittime : la campagna italiana di Russia, 1941-1943 / Thomas Schlemmer ; traduzione di Ines Fratti e Gerhard Kuck con la collaborazione di Amedeo Osti Guerrazzi
            Bari ; Roma : Laterza, 2019
            Abstract/Sommario: Era il 22 dicembre 1942 quando migliaia di soldati tedeschi e italiani si trovarono fianco a fianco nel tentativo di salvarsi da un violento attacco dell'Armata Rossa ad Arbusov. Vitto, munizioni, medicinali e carburante erano finiti e le truppe sovietiche, in vantaggio numerico, li avevano accerchiati e li bersagliavano senza sosta. Poi un giovane carabiniere balzò a cavallo, brandì un tricolore e si scagliò contro le mitragliatrici nemiche al grido di "Savoia". Il suo eroismo diede n ...; [Leggi tutto...] Era il 22 dicembre 1942 quando migliaia di soldati tedeschi e italiani si trovarono fianco a fianco nel tentativo di salvarsi da un violento attacco dell'Armata Rossa ad Arbusov. Vitto, munizioni, medicinali e carburante erano finiti e le truppe sovietiche, in vantaggio numerico, li avevano accerchiati e li bersagliavano senza sosta. Poi un giovane carabiniere balzò a cavallo, brandì un tricolore e si scagliò contro le mitragliatrici nemiche al grido di "Savoia". Il suo eroismo diede nuovo vigore ai compagni, che respinsero i sovietici all'arma bianca. Questa è solo una tra le tante storie della seconda guerra mondiale divenute leggenda, ma testimonia quanto a fondo la sfortunata campagna di Russia sia entrata nella memoria italiana, cristallizzandosi nel ricordo come una "tragica fatalità". Testimoni del tempo e pubblicisti non esitarono a romanzarne il racconto secondo un copione che invariabilmente assegnava ai soldati italiani il ruolo di vittime: dei comandi fascisti, di una guerra spietata contro l'Armata Rossa, della vastità del territorio, della durezza della natura e, non da ultimo, vittime dei tedeschi, che - dopo averli traditi - avrebbero abbandonato i coraggiosi alleati. Si omise di ricordare che gli italiani combattevano una guerra offensiva e non difensiva, che erano gli invasori, gli occupanti respinti dai partigiani. [www.biblioteche.leggeresrl.it]
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              Copertina  Invasori, non vittime : la campagna italiana di Russia 1941-1943
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              Schlemmer, Thomas
              Invasori, non vittime : la campagna italiana di Russia 1941-1943 / Thomas Schlemmer ; traduzione di Ines Fratti e Gerhard Kuck ; con la collaborazione di Amedeo Osti Guerrazzi
              Roma ; Bari : Laterza, 2009
              Abstract/Sommario: Era il 22 dicembre 1942 quando migliaia di soldati tedeschi e italiani si trovarono fianco a fianco nel tentativo di salvarsi da un violento attacco dell'Armata Rossa ad Arbusov. Vitto, munizioni, medicinali e carburante erano finiti e le truppe sovietiche, in vantaggio numerico, li avevano accerchiati e li bersagliavano senza sosta. Poi un giovane carabiniere balzò a cavallo, brandì un tricolore e si scagliò contro le mitragliatrici nemiche al grido di "Savoia". Il suo eroismo diede n ...; [Leggi tutto...] Era il 22 dicembre 1942 quando migliaia di soldati tedeschi e italiani si trovarono fianco a fianco nel tentativo di salvarsi da un violento attacco dell'Armata Rossa ad Arbusov. Vitto, munizioni, medicinali e carburante erano finiti e le truppe sovietiche, in vantaggio numerico, li avevano accerchiati e li bersagliavano senza sosta. Poi un giovane carabiniere balzò a cavallo, brandì un tricolore e si scagliò contro le mitragliatrici nemiche al grido di "Savoia". Il suo eroismo diede nuovo vigore ai compagni, che respinsero i sovietici all'arma bianca. Questa è solo una tra le tante storie della seconda guerra mondiale divenute leggenda, ma testimonia quanto a fondo la sfortunata campagna di Russia sia entrata nella memoria italiana, cristallizzandosi nel ricordo come una "tragica fatalità". Testimoni del tempo e pubblicisti non esitarono a romanzarne il racconto secondo un copione che invariabilmente assegnava ai soldati italiani il ruolo di vittime: dei comandi fascisti, di una guerra spietata contro l'Armata Rossa, della vastità del territorio, della durezza della natura e, non da ultimo, vittime dei tedeschi, che - dopo averli traditi - avrebbero abbandonato i coraggiosi alleati. Si omise di ricordare che gli italiani combattevano una guerra offensiva e non difensiva, che erano gli invasori, gli occupanti respinti dai partigiani.
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                Copertina  Memorie di una interprete di guerra
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                rževskaja, elena
                Memorie di una interprete di guerra : la guerra vista da me, dalla battaglia di Mosca agli ultimi giorni nel bunker di Hitler, e i tentativi di Stalin di riscrivere la storia a modo suo / Elena Rževskaja ; traduzione di Daniela Di Sora
                Roma : Voland, 2015
                Abstract/Sommario: Mosca, ottobre 1941. Sono passati quattro mesi dall'attacco della Germania hitleriana all'URSS. Elena Rzevskaja, ventiduenne, lascia la fabbrica di orologi dove lavora e si iscrive a un corso per interpreti militari. Inizia un'avventura che la porterà a diventare testimone attenta e partecipe della guerra, in un movimento continuo che attraverso cittadine e villaggi sconvolti dal conflitto la condurrà al fronte, e infine a Varsavia e a Berlino. Ed è qui, nel suo ruolo di interprete mil ...; [Leggi tutto...] Mosca, ottobre 1941. Sono passati quattro mesi dall'attacco della Germania hitleriana all'URSS. Elena Rzevskaja, ventiduenne, lascia la fabbrica di orologi dove lavora e si iscrive a un corso per interpreti militari. Inizia un'avventura che la porterà a diventare testimone attenta e partecipe della guerra, in un movimento continuo che attraverso cittadine e villaggi sconvolti dal conflitto la condurrà al fronte, e infine a Varsavia e a Berlino. Ed è qui, nel suo ruolo di interprete militare, che la giovane Elena si troverà nel maggio del '45 al centro della misteriosa vicenda del riconoscimento del corpo carbonizzato di Hitler, di cui Stalin non informa neanche il maresciallo Zukov, comandante dell'Armata Rossa che entra vittoriosa in Berlino. E a questo punto il libro da narrazione diventa anche un documento storico che contribuisce a chiarire una delle vicende più oscure della Seconda guerra mondiale.
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                  Copertina  La mia erba è sul Don
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                  bedeschi, giulio
                  La mia erba è sul Don / Giulio Bedeschi
                  Milano : Mursia, 2002
                  Abstract/Sommario: Un romanzo della memoria che racconta l'esperienza della guerra alle nuove generazioni. Un ufficiale delLA "Julia", tornato alla vita civile dopo la tragica esperienza della ritirata di Russia, viene avvicinato da una donna che si rivelerà essere la vedova di Lino Bellaviti, il caporal maggiore che venne salvato da morte certa da un altro militare rimasto sconosciuto. Bellaviti, in punto di morte, ha disposto un generoso lascito al suo salvatore. l'ex ufficiale acetta la richiesta dell ...; [Leggi tutto...] Un romanzo della memoria che racconta l'esperienza della guerra alle nuove generazioni. Un ufficiale delLA "Julia", tornato alla vita civile dopo la tragica esperienza della ritirata di Russia, viene avvicinato da una donna che si rivelerà essere la vedova di Lino Bellaviti, il caporal maggiore che venne salvato da morte certa da un altro militare rimasto sconosciuto. Bellaviti, in punto di morte, ha disposto un generoso lascito al suo salvatore. l'ex ufficiale acetta la richiesta della vedova di provare a rintracciare il misterioso eroe e inizia così una ricerca che in due anni lo porterà aincontrare vecchi commilitoni, a rivivere i momenti tragici della disfatta dell'Armir, ma anche a riscoprire la straordinaria richezza umana di quel periodo. Uno a uno, come in una galleria della memoria, riemergono i compagni della guerra di Russia e il ricordo del passato si intreccia con i conflitti del presente: non guerre di eserciti, ma scontri tra vecchie e nuove generazioni. Un libro che ha attravresato cinquant'anni di storia italiana.
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                    Copertina  I naufraghi del Don
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                    Milani, Giulio
                    I naufraghi del Don : gli italiani sul fronte russo : 1942-1943/ Giulio Milani
                    Bari ; Roma : Laterza, 2017
                    Abstract/Sommario: 26 gennaio 1943. A Nikolaevka, sul fronte russo, si svolge una battaglia memorabile: per riportare a casa ciò che resta dell'armata italiana in Russia, il corpo degli alpini deve superare undici sbarramenti, vere e proprie cinture infernali strette da un avversario superiore per uomini e mezzi. Degli oltre 200.000 uomini che erano partiti dall'Italia con la prospettiva di contribuire a una facile vittoria, poco più della metà tornerà in patria dopo sofferenze e traversie indicibili. Il ...; [Leggi tutto...] 26 gennaio 1943. A Nikolaevka, sul fronte russo, si svolge una battaglia memorabile: per riportare a casa ciò che resta dell'armata italiana in Russia, il corpo degli alpini deve superare undici sbarramenti, vere e proprie cinture infernali strette da un avversario superiore per uomini e mezzi. Degli oltre 200.000 uomini che erano partiti dall'Italia con la prospettiva di contribuire a una facile vittoria, poco più della metà tornerà in patria dopo sofferenze e traversie indicibili. Il volto umano e drammatico di questa epopea viene riportato alla luce grazie a molteplici e inediti punti di vista; dal semplice artigliere all'ufficiale, dal pilota d'aereo al maniscalco, dall'autiere al fante in servizio postale. Testimonianze che fanno emergere con vigore i lati oscuri come le punte di eroismo e di solidarietà che hanno fatto della ritirata di Russia il corrispettivo italiano dell'Anabasi di Senofonte. Una vicenda di straordinario significato umano, prima che militare e politico, che ha segnato il destino d'Italia e d'Europa. [www.biblioteche.leggeresrl.it]
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