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  • Chiave: Nazionalsocialismo (Psicologia)
Elementi trovati: 6
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Copertina  Carnefici e vittime : le radici psicologiche della Shoah e delle atrocità sociali
Monografia a stampa Monografia a stampa
Ravenna, Marcella
Carnefici e vittime : le radici psicologiche della Shoah e delle atrocità sociali / Marcella Ravenna
Bologna : Il Mulino, 2004
Abstract/Sommario: Nel luglio del 1942 al battaglione 101 dell'esercito tedesco, composto per la maggior parte da militari di leva, fu affidato il compito di rastrellare gli ebrei di un villaggio nei pressi di Lublino, con l'ordine di inviare gli uomini abili ai campi di lavoro e di sopprimere le donne, i bambini, gli anziani. Le squadre si alternarono nel massacro per tutta la giornata: i soldati sceglievano le proprie vittime e le uccidevano una dopo l'altra con un colpo di fucile alla nuca. Ci fu una ...; [Leggi tutto...] Nel luglio del 1942 al battaglione 101 dell'esercito tedesco, composto per la maggior parte da militari di leva, fu affidato il compito di rastrellare gli ebrei di un villaggio nei pressi di Lublino, con l'ordine di inviare gli uomini abili ai campi di lavoro e di sopprimere le donne, i bambini, gli anziani. Le squadre si alternarono nel massacro per tutta la giornata: i soldati sceglievano le proprie vittime e le uccidevano una dopo l'altra con un colpo di fucile alla nuca. Ci fu una pausa per il pranzo, poi le esecuzioni procedettero fino a sera. A questo eccidio ne seguirono altri dodici e in poco più di un anno il battaglione 101 uccise almeno 38.000 persone. Come mai e a quali condizioni le norme che generalmente inducono ad aiutare e proteggere i propri simili possono essere così atrocemente sovvertite? L'apporto della psicologia allo studio dei fenomeni sociali distruttivi è rilevante ma poco noto. L'autrice mostra come sia l'"esclusione morale" degli individui e dei gruppi a rendere possibili il maltrattamento, la violenza, la tortura, fino ai casi estremi della Shoah o dei "killing fields" cambogiani.
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    Copertina  La morte dell'avversario : romanzo
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    Keilson, Hans
    La morte dell'avversario : romanzo / Hans Keilson ; traduzione di Margherita Carbonaro
    Milano : A. Mondadori, 2011
    Abstract/Sommario: È l'autoritratto di un giovane che sente di non potersi sottrarre al fascino di un anonimo avversario che sta conquistando il potere nella Germania degli anni Trenta. È un sentimento che avverte nascere dal momento in cui, bambino, ascolta le preoccupate conversazioni dei genitori su un controverso leader politico chiamato B. che ha iniziato la sua scalata al potere. Giunto alla convinzione che avere un nemico è indispensabile alla propria sopravvivenza, quando finalmente ascolta i dis ...; [Leggi tutto...] È l'autoritratto di un giovane che sente di non potersi sottrarre al fascino di un anonimo avversario che sta conquistando il potere nella Germania degli anni Trenta. È un sentimento che avverte nascere dal momento in cui, bambino, ascolta le preoccupate conversazioni dei genitori su un controverso leader politico chiamato B. che ha iniziato la sua scalata al potere. Giunto alla convinzione che avere un nemico è indispensabile alla propria sopravvivenza, quando finalmente ascolta i discorsi di B. il protagonista, ormai adulto, capisce che B. ha bisogno di lui tanto quanto lui ha bisogno di B. Ci sono odio e disprezzo, nel suo animo, ma anche un forte senso di superiorità e una sinistra fascinazione. Da questa profonda riflessione nasce un racconto sconvolgente non tanto per l'evocazione dei crimini commessi da Hitler, quanto per la capacità di comprendere le ragioni che animano il suo persecutore e le proprie reazioni, cercando una logica anche dove essa sembra non esistere.
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      Copertina  Il nazista e lo psichiatra
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      El-Hai, Jack
      Il nazista e lo psichiatra / Jack El-Hai ; traduzione di Roberta Zuppet
      Milano : Rizzoli, 2014
      Abstract/Sommario: Nel 1945 Douglas Kelley vegliò sulla salute mentale dei gerarchi nazisti, seguendoli dall'istruzione fino alle prime fasi del processo di Norimberga. Potè studiarli da vicino, li sottopose a un'imponente mole di test e raccolse interi quaderni di appunti rimasti finora inediti, prese nota di vezzi, debolezze e meschinità: dalla falsa amnesia di Rudolf Hess alle farneticazioni mistiche di Alfred Rosenberg, dagli strani effetti personali portati alla luce dalle perquisizioni ai capricci ...; [Leggi tutto...] Nel 1945 Douglas Kelley vegliò sulla salute mentale dei gerarchi nazisti, seguendoli dall'istruzione fino alle prime fasi del processo di Norimberga. Potè studiarli da vicino, li sottopose a un'imponente mole di test e raccolse interi quaderni di appunti rimasti finora inediti, prese nota di vezzi, debolezze e meschinità: dalla falsa amnesia di Rudolf Hess alle farneticazioni mistiche di Alfred Rosenberg, dagli strani effetti personali portati alla luce dalle perquisizioni ai capricci del vero coprotagonista di questo libro: il pachidermico, fatuo, narcisista e magnetico Hermann Göring, il maresciallo del Reich. "La personalità più interessante del carcere", annotò Kelley sul proprio quaderno, il solo detenuto che avrebbe potuto guidarlo verso quell'abisso dell'animo umano che era impaziente di esplorare. Le conclusioni della sua indagine furono sorprendenti: i nazisti non erano fantocci che "obbedivano agli ordini", ma persone ambiziose, aggressive, intelligenti e spietate "come uomini d'affari". Il "germe" nazista che aveva sperato di trovare non esisteva: "Sono certo che anche in America ci siano persone disposte a scavalcare i cadaveri di metà della popolazione americana pur di ottenere il controllo dell'altra metà" concluse, senza mai riuscire a lasciarsi davvero alle spalle quell'esperienza che aveva scosso nel profondo i suoi presupposti e gettato i semi della sua stessa rovina.
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        Copertina  Psicologia di massa del fascismo
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        Reich, Wilhelm
        Psicologia di massa del fascismo / Wilhelm Reich ; con un saggio di Adriano Zamperini ; traduzione di Furio Belfiore e Anneliese Wolf
        Torino : Einaudi, c2002
        Abstract/Sommario: Scritto nel 1933 e in seguito messo al bando dai nazisti, il libro è un contributo senza eguali alla comprensione di uno dei fenomeni cruciali della storia dell’umanità. Un libro che ha ispirato Fromm e Adorno, che è stato un vessillo del ’68, e che i drammi dei genocidi piú recenti, in Ruanda e nei Balcani, rendono di impressionante attualità.
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          Copertina  L'universo mentale \\nazista\\
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          Nielsen, Niels Peter
          L'universo mentale "nazista" / Niels Peter Nielsen ; con un saggio introduttivo di Valeria Egidi
          Milano : Franco Angeli, c2004
          Abstract/Sommario: Sappiamo che il nazionalsocialismo fu un fenomeno più insidioso di quanto si immagini comunemente, più accattivante, più plausibile. Sappiamo che le barriere fra "noi" e "loro" non sono tanto massicce quanto ci piacerebbe supporre. Sappiamo che esistono inquietanti parallelismi fra quei tempi e i nostri. Sappiamo dell'esistenza di una zona circoscritta di mortale spietatezza sepolta e dissociata in molte persone. Se dal punto di vista storico si può forse reputare l'avvento del nazismo ...; [Leggi tutto...] Sappiamo che il nazionalsocialismo fu un fenomeno più insidioso di quanto si immagini comunemente, più accattivante, più plausibile. Sappiamo che le barriere fra "noi" e "loro" non sono tanto massicce quanto ci piacerebbe supporre. Sappiamo che esistono inquietanti parallelismi fra quei tempi e i nostri. Sappiamo dell'esistenza di una zona circoscritta di mortale spietatezza sepolta e dissociata in molte persone. Se dal punto di vista storico si può forse reputare l'avvento del nazismo un fenomeno unico e irripetibile, questa valutazione non è altrettanto possibile sul versante psichico, se consideriamo "Hitler" come l'espressione di una condizione mentale esistente in molte persone. Nel tentativo di affrontare, attraverso la competenza critica del metodo psicoanalitico, l'enigma di come una parte di un popolo di "poeti e pensatori" si sia trasformato in un popolo di "giudici e di boia", viene indicata una traiettoria di pensiero che, partendo da una forma di educazione alienante, prende in considerazione la violenza sottesa all'ubbidienza, la distorsione dell'identità, la complessa fenomenologia del mondo della menzogna, la corruttibilità del Super io, l'espansione dell'Ideale dell'Io. Ne deriva un'organizzazione psichica che dispone di una logica e di un sistema mentale doppi che si interseca con la negazione delle differenze e si dispiega nel diniego perverso della realtà dando luogo alla costellazione del mondo alla rovescia. Sottolineando l'influenza di quest'ultima nell'ambito filosofico, sociale, politico e nel campo della letteratura e delle arti figurative viene proposta l'ipotesi dell' universo mentale nazista, una struttura in grado di autorizzare la violenza, senza che sia esperita come tale, ieri come forse oggi.
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            Copertina  L'uomo e le masse nelle ideologie nazionaliste
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            Mosse, George L.
            L'uomo e le masse nelle ideologie nazionaliste / George L. Mosse ; [traduzione di Pietro Negri]
            Roma ; Bari : Laterza, 1982
            Abstract/Sommario: "Il tratto distintivo di George Mosse era la raffinata cultura storiografica e la capacità di non invaghirsi affatto di quel magma torbido e multiforme che fu il lungo fiume della cultura di destra di epoca Guglielmina e weimariana. Mosse non si lasciava infatuare dal cosiddetto slancio 'anti-borghese' di tale cultura. Non smise mai di indagarla, per farne risaltare le implicazioni razzistiche e maschilistiche, sempre risorgenti sotto i più vari travestimenti". (Luciano Canfora) George ...; [Leggi tutto...] "Il tratto distintivo di George Mosse era la raffinata cultura storiografica e la capacità di non invaghirsi affatto di quel magma torbido e multiforme che fu il lungo fiume della cultura di destra di epoca Guglielmina e weimariana. Mosse non si lasciava infatuare dal cosiddetto slancio 'anti-borghese' di tale cultura. Non smise mai di indagarla, per farne risaltare le implicazioni razzistiche e maschilistiche, sempre risorgenti sotto i più vari travestimenti". (Luciano Canfora) George L. Mosse (1918-1999) è stato uno dei più grandi storici del nazismo e del fascismo, di cui ha profondamente rinnovato l'interpretazione. Ha insegnato nell'Università di Madison (Wisconsin) e nell'Università ebraica di Gerusalemme.
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