Monografia a stampa
Amado, Jorge
Sudore
Milano : A. Mondadori, 1985
Abstract/Sommario:
Nei centosedici locali dell'edificio abitano piú di seicento persone. Un mondo senza igiene né morale, popolato da operai, venditori ambulanti, ladri, prostitute, gente di tutti i colori e di tutte le nazionalità, il cui unico elemento comune è costituito dalla lunga scala che si inerpica all'interno del caseggiato come una liana cresciuta dentro il tronco di un albero. Di questo mondo di misere esistenze alle prese con la lotta quotidiana per la sopravvivenza, l'autore narra decine di ...; [leggi tutto]
Nei centosedici locali dell'edificio abitano piú di seicento persone. Un mondo senza igiene né morale, popolato da operai, venditori ambulanti, ladri, prostitute, gente di tutti i colori e di tutte le nazionalità, il cui unico elemento comune è costituito dalla lunga scala che si inerpica all'interno del caseggiato come una liana cresciuta dentro il tronco di un albero. Di questo mondo di misere esistenze alle prese con la lotta quotidiana per la sopravvivenza, l'autore narra decine di storie, patetiche e buffe, di cui sono protagonisti gli abitanti che comunque e malgrado tutto, cantano, amano, litigano, ridono, intrecciando le loro esistenze lungo la scala. E tra loro c'è anche l'ebreo errante che ha portato notizie di mondi diversi e operai che leggono volantini e spendono l'intero salario per comperarsi dei libri. Saranno questi uomini, che pronunciano parole nuove come socialismo e lotta di classe, a costruire il secondo elemento che gli inquilini avranno in comune. Basterà un episodio all'apparenza insignificante perché quel mondo variegato si ribelli come un sol uomo e diventi un unico gigante assopito dalle mille braccia, pronto a risvegliarsi.
Nei centosedici locali dell'edificio abitano piú di seicento persone. Un mondo senza igiene né morale, popolato da operai, venditori ambulanti, ladri, prostitute, gente di tutti i colori e di tutte le nazionalità, il cui unico elemento comune è costituito dalla lunga scala che si inerpica all'interno del caseggiato come una liana cresciuta dentro il tronco di un albero. Di questo mondo di misere esistenze alle prese con la lotta quotidiana per la sopravvivenza, l'autore narra decine di storie, patetiche e buffe, di cui sono protagonisti gli abitanti che comunque e malgrado tutto, cantano, amano, litigano, ridono, intrecciando le loro esistenze lungo la scala. E tra loro c'è anche l'ebreo errante che ha portato notizie di mondi diversi e operai che leggono volantini e spendono l'intero salario per comperarsi dei libri. Saranno questi uomini, che pronunciano parole nuove come socialismo e lotta di classe, a costruire il secondo elemento che gli inquilini avranno in comune. Basterà un episodio all'apparenza insignificante perché quel mondo variegato si ribelli come un sol uomo e diventi un unico gigante assopito dalle mille braccia, pronto a risvegliarsi.
Nei centosedici locali dell'edificio abitano piú di seicento persone. Un mondo senza igiene né morale, popolato da operai, venditori ambulanti, ladri, prostitute, gente di tutti i colori e di tutte le nazionalità, il cui unico elemento comune è costituito dalla lunga scala che si inerpica all'interno del caseggiato come una liana cresciuta dentro il tronco di un albero. Di questo mondo di misere esistenze alle prese con la lotta quotidiana per la sopravvivenza, l'autore narra decine di storie, patetiche e buffe, di cui sono protagonisti gli abitanti che comunque e malgrado tutto, cantano, amano, litigano, ridono, intrecciando le loro esistenze lungo la scala. E tra loro c'è anche l'ebreo errante che ha portato notizie di mondi diversi e operai che leggono volantini e spendono l'intero salario per comperarsi dei libri. Saranno questi uomini, che pronunciano parole nuove come socialismo e lotta di classe, a costruire il secondo elemento che gli inquilini avranno in comune. Basterà un episodio all'apparenza insignificante perché quel mondo variegato si ribelli come un sol uomo e diventi un unico gigante assopito dalle mille braccia, pronto a risvegliarsi.
Il libro è ambientato nella città di Salvador de Bahia, in Brasile, alla fine degli anni ’20 del XX secolo. L'autore ci descrive con maestria numerosissimi personaggi, che vivono in un condominio della periferia degradata della città, ottenendo un effetto corale. Tratteggiati con poche ma efficaci pennellate, essi si presentano in tutta la loro drammaticità. Il libro si articola in capitoli composti da frasi essenziali e dialoghi asciutti, ma di grande capacità evocativa, tanto che l’effetto realistico permette di calarsi in quell’inferno di miseria, fino a percepirne il lezzo maleodorante. Colpisce il totale stato di abbandono in cui versa l'umanità composita e disperata che vive nell'edificio, senza alcun sostegno sociale, sfruttata da un meccanismo economico che nega ogni diritto ai lavoratori, che porta all’emarginazione e alla diseguaglianza. Ma tra quegli ultimi della terra, scontrosi, rassegnati e sofferenti riesce a germogliare un senso di solidarietà molto forte. Nella comunità del casermone di quattro piani del quartiere del Pelourinho, si fa strada pian piano una presa di coscienza collettiva, che sfocia in un sentimento di ribellione e in una voglia di riscatto, fino ad arrivare alla protesta di piazza. Forse l'intento dell'autore è quello di dar voce agli ultimi, ai diseredati, a coloro che sono senza diritti proprio come presa di posizione umana.
Nel periodo storico in cui l'opera si inserisce, si diffondono in America latina e nel resto del mondo echi delle teorie marxiste e slogan come “proletari di tutto il mondo unitevi”. La visione di Amado trascende la pura ideologia, grazie alla capacità dell’autore di guardare alla condizione umana col tocco del grande scrittore scivolando tra la poesia, che si avverte, in immagini di bellezza e elevazione come “la ragazza con l’abito azzurro”, e la tristezza evocata dai topi e la puzza del palazzone. L'opera ci ricorda che l'uomo possiede qualità sorprendenti, può elevarsi dalla fisicità bestiale data dall’ingiusta miseria, al bello e all’amore.
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