Monografia a stampa
Il camerino delle pitture di Alfonso I
[Padova] : Università di Padova ; [Venezia] : Regione del Veneto ; Cittadella : Bertoncello Artigrafiche, 2002 (stampa 2007)
Abstract/Sommario:
La monumentale opera qui presentata è il frutto di una complessiva riconsiderazione del mecenatismo di Alfonso 1 d'Este, principe illuminato e accorto uomo di stato del Cinquecento. Ispirato dalla volontà di suggerire un'immagine aurea del Ducato Estense, Alfonso seppe utilizzare a fini politici le proprie commissioni artistiche, avvalorando la propria immagine dì principe giusto e moderato, dedito al bene dello stato costituendo una sorta di regno ideale dove le arti, la letteratura o ...; [leggi tutto]
La monumentale opera qui presentata è il frutto di una complessiva riconsiderazione del mecenatismo di Alfonso 1 d'Este, principe illuminato e accorto uomo di stato del Cinquecento. Ispirato dalla volontà di suggerire un'immagine aurea del Ducato Estense, Alfonso seppe utilizzare a fini politici le proprie commissioni artistiche, avvalorando la propria immagine dì principe giusto e moderato, dedito al bene dello stato costituendo una sorta di regno ideale dove le arti, la letteratura o la musica potessero fiorire liberamente sotto la saggia tutela di un Signore che trovava nella cultura classica i propri modelli di comportamento esemplare. All'inizio del Cinquecento, Alfonso I continuò i lavori di ristrutturazione e decorazione del Castello intrapresi dal suo predecessore Ercole, per poi far completare, a partire dal 1507, la cosiddetta Via Coperta, che univa Palazzo e Castello ducali, per farvi ospitare le proprie stanze private. L'appartamento di Alfonso era composto dai sei ambienti divenuti famosi per lo splendore delle opere d'arte ospitate: l'anticamera, il primo salotto, il secondo salotto o camera del poggiolo, la camera da letto di Alfonso o Camerino 'adorato', lo studio dei marmi - decorato da rilievi eseguiti da Antonio Lombardo tra il 1507 e il 1515- ed il Camerino delle pitture o dei baccanali. Oggi disperse, le collezioni dei Camerini, fatti edificare da Alfonso sul modello di quello della sorella Isabella a Mantova, comprendevano opere di Tiziano, Dosso Dossi, Garofalo, raccolte sulla base di un programma iconografico ideato dallo scrittore Mario Equicola e incentrato sul tema del baccanale. La scelta del tema bacchico fu dettata dal gusto, tipico dell'epoca, per la citazione dell'antico; una scelta che sottolineava la formazione umanistica del Principe e che consentiva efficaci paralleli tra quest'ultimo e le grandi personalità del passato. I sei volumi che sì integrano e completano l'un l'altro, pur conservando ciascuno autonoma struttura e contenuto sono un tentativo ben riuscito di presentare un quadro organico e complessivo dei due preziosi scrigni voluti fortemente da Alfonso I. L'opera consente di disporre in maniera organica di una panoramica sull'intero complesso del quale, con abbondanza di illustrazioni a corredo dei testi, vengono esposti i risultati del prezioso lavoro di ricerca, di recupero dei materiali e del loro restauro svolto nell'ultimo decennio da studiosi e tecnici. I volumi sono cosi suddivisi: nel primo si tratta lo studio dei marmi ed il camerino delle pitture di Alfonso I D'Este; nel secondo è esposta la ricostruzione virtuale in 3D degli ambienti; nel terzo sono trascritti i documenti per la storia dei Camerini di Alfonso; nel quarto vengono descritte, attraverso l'analisi dei documenti d'archivio, le vicende del camerino di Alfonso 1 nella via coperta e nel castello; il quinto volume è costituito dall'importantissimo ed esaustivo repertorio fotografico e da un insieme di ampliamenti dei precedenti volumi. Il sesto volume contiene gli atti del convegno su Dosso Dossi e la pittura ferrarese ai tempi di Alfonso I, tenutosi a Padova nel 2001.
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